Buone notizie: non esistono cibi proibiti per chi soffre di malattia renale cronica, occorre solo prestare attenzione alla quantità e alla frequenza di consumo degli alimenti a maggior contenuto di sostanze “critiche” per i reni.
Il rene funziona come un filtro: elimina le sostanze di rifiuto presenti nel sangue (urea, acido urico, creatinina, potassio, fosforo) attraverso le urine; quando il rene non funziona bene, queste sostanze, se assunte in dosi eccessive, non riescono ad essere completamente eliminate e possono quindi accumularsi nell’organismo causando alcuni problemi (iperazotemia, iperfosforemia, iperpotassiemia, …) ed essere dannose.
I nutrienti critici per l’insufficienza renale sono: le proteine, il fosforo, il sodio e il potassio.
È importante sottolineare che non esiste una dieta uguale per tutti i pazienti con Malattia renale cronica. Ogni paziente è a sé. Per esempio, non è necessario ridurre i quantitativi di frutta e verdura a maggiore contenuto di potassio, o bollire sempre la verdura se i valori di potassio nel sangue sono buoni. Se invece si ha il potassio alto va fatta più attenzione, ma è una questione di misura. I propri cibi preferiti, anche se ad alto contenuto di potassio, possono tranquillamente essere consumati in una dieta povera in potassio.
Le banane, per esempio, vengono spesso classificate come alimento vietato, mentre le mele sono sempre concesse. In realtà, metà banana contiene quasi la stessa quantità di potassio di una mela. Se si amano le banane si possono consumare, facendo attenzione alle porzioni, o bilanciandone il consumo nel corso della giornata prediligendo poi altri cibi più poveri in potassio.
I legumi (ceci, lenticchie, fagioli, piselli, cicerchie, fave, lupini, soia) vengono spesso tolti dal menù dei pazienti con malattie renali perché ritenuti eccessivamente ricchi di fosforo e potassio e poveri di proteine nobili. In realtà questi valori si riferiscono ai legumi secchi e non cotti. La cottura riduce drasticamente il contenuto di fosforo e potassio, soprattutto la bollitura o la doppia bollitura. Il fosforo contenuto nei legumi viene assorbito poco dal nostro organismo. Va bene consumare anche i legumi già cotti, basta solo sciacquarli per rimuovere l’eccesso di sale. Per non eccedere nel quantitativo proteico, bisogna considerare i legumi come secondo piatto e quindi al posto di carne, pesce, formaggi e uova accompagnati da pane, pasta o altri cereali, meglio se aproteici.
Un altro alimento che sembra vietato dalle diete ipoproteiche è la carne. Ma va chiarito che la carne è solo uno dei tanti alimenti che contengono proteine, che in realtà sono presenti quasi ovunque; quindi, non la si deve eliminare ma semplicemente ridurre, per fornire comunque al nostro corpo gli amminoacidi essenziali derivati dalle proteine nobili.
L’intervento del dietista in una terapia nutrizionale non deve essere visto in senso punitivo, ma deve essere accolto con positività. L’obiettivo del dietista è innanzitutto quello di educare il paziente a mangiare correttamente, facendo le scelte nutrizionali più salutari, permettendo comunque di non rinunciare al piacere del mangiare bene insieme. Nella terapia nutrizionale vanno limitati i cibi che affaticherebbero di più i reni e in questo possono aiutare molto i prodotti aproteici.
Gli alimenti aproteici come pasta, pane e altri prodotti da forno aiutano il paziente perché sono una fonte di energia “pulita”, ovvero forniscono un adeguato apporto calorico aiutando a ridurre la quantità di proteine che si mangiamo durante la giornata, senza andare a ridurre le porzioni.
Lara Caldiroli
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